ll Progetto Araba Fenice - Febbraio 2016

Perché pianificare oggi un intervento del Governo Italiano nella futura ricostruzione delle principali città libiche.

L’aiuto internazionale avrà sicuramente un ruolo chiave nella ricostruzione del Paese, almeno nella prima fase post-crisi. Sarà molto importante ricostruire, oltre alle infrastrutture ed agli immobili, anche un rapporto come Paese Italia che dovrà continuare ad essere visto come principale Governo amico della Libia.
Questo ruolo dell’Italia potrà essere meglio percepito con interventi tangibili, efficaci, realizzati sotto gli occhi di tutti, intrapresi non appena sarà possibile operare sul territorio con un ragionevole grado di sicurezza e portati avanti per un lungo periodo di tempo.
Ricadute positive si potranno avere anche per le Imprese Italiane coinvolte sin da subito nel Progetto e per quelle che lo saranno nelle fasi successive della ricostruzione che, visti gli ingentissimi danni, sarà un business valutabile nell’ordine di miliardi di euro.

Per questi motivi Show Yourself ha ideato questo Progetto e ricercato i Partners più qualificati per la sua realizzazione, identificando nella KOMPLET Spa il Partner Tecnico che può, insieme alla Cooperazione Italiana allo Sviluppo, alle ONG italiane presenti sul territorio libico, efficacemente partecipare a questo ambizioso Progetto.
La KOMPLET Spa è leader mondiale nella progettazione e produzione di impianti di su misura per il riciclaggio di materiale edile, recentemente è stata scelta per la fornitura dei propri macchinari per progetti simili in Siria ad Homs da parte dell’UNDP e in Iraq da un NGO inglese.

Premesse

Le visione di alcune aree della città di Bengasi completamente distrutte dai combattimenti e ridotte a cumuli di macerie, richiamano immagini simili di altri Paesi del Medio Oriente come la Siria e la Palestina (Homs, Aleppo, Gaza) o quelle di Misurata, Sirte e parzialmente di Tripoli della fine del 2011. Immagino anche che Derna e altre città libiche, oggetto di intensi scontri negli ultimi tempi, saranno state danneggiate e che, con buona probabilità, quasi tutte subiranno ulteriori danneggiamenti nei prossimi mesi per quelle che saranno le azioni militari volte alla “pacificazione” del Paese. Andando indietro nel tempo ci ricordano le immagini delle città europee bombardate durante la Seconda Guerra Mondiale. Non a caso al termine di quel conflitto la ricostruzione in Germania fu regolamentata con una normativa ( DIN 4163 ) che prevedeva il riutilizzo delle macerie.

Inoltre, come noto, la gran parte dei flussi migratori originati da queste situazioni si manifesta si nell’immediatezza dei combattimenti, per sfuggirvi e per mettere in salvo i non combattenti – donne, minori e anziani – ma si cristallizza laddove non si intraveda una rapida possibilità di ricostruzione e di ritorno alla vita civile, fatta di pacifica convivenza ed opportunità di lavoro, decretando così il definitivo abbandono di importanti aree urbane ed il completo degrado di intere città.
Infine i costi per la ricostruzione sono sempre estremamente importanti e sono funzione di ri-progettazione, demolizione, materiali, manovalanza e servizi ma questo può diventare un momento di ripensamento nuovo delle urbanizzazioni che possono far ritrovare l’antica bellezza coniugata con le moderne soluzioni.

Le linee strategiche del progetto

Gli obiettivi prioritari del Progetto sono quindi i seguenti:
1) Tutela dell’immagine di Paese Amico tramite l’aiuto alla Libia per la ricostruzione;
2) Opportunità di lavoro per le Imprese italiane del settore Edilizia e collegati;
3) Creazione offerta di lavoro per locali e/o migranti con la formula “cash for work” ;

Gli obiettivi secondari raggiungibili nel medio lungo periodo sono:
1) Limitazione del fenomeno dei migranti;
2) Presenza capillare continuativa su un Territorio prossimo ai confini nazionali che, probabilmente per molto tempo, continuerà ad essere sensibile, infiltrato ed instabile.

Ci concentriamo in questo Progetto sulla fase di demolizione e riutilizzo delle macerie che risulta ormai essere strategica per la successiva ricostruzione in funzione della qualità di come viene effettuata. Infatti l’utilizzo di macchinari e metodologie apposite permette il raggiungimento di importanti obiettivi quali:
A) La rapidità dell’intervento di eliminazione delle macerie dal contesto urbano;
B) Il minor impatto ambientale – non c’è dispersione nell’ambiente o in discariche ufficiali o improvvisate con riutilizzo e recupero rilevante delle macerie trattate;
C) L’economicità – minor utilizzo di materie prime “nuove” a parità di perfomance, minor utilizzo di mezzi pesanti sul territorio circostante e relativo abbattimento dei costi per servizi – ;
D) La creazione di migliaia di posti di lavoro tramite il coinvolgimento di lavoratori locali, indigeni o immigrati, con il supporto di NGO già presenti sul territorio che potrebbero essere coinvolte tramite la Cooperazione Italiana allo Sviluppo.

Aree d’intervento

In questa fase la scrivente propone, visti i rapporti in essere e la conoscenza Paese, di sviluppare un rapido piano di intervento per essere pronti ad aiutare, contemporaneamente, le diverse aree del Paese che hanno situazioni simili. Quindi il Progetto potrebbe essere denominato, a puro titolo di esempio, Stones for Life, Wastes for Houses, Stones for Houses, Stones for Homes, Stones for Benghazi, Stones for Sirte etc ( al posto del più immediato “ Help Libya “ che potrebbe irritare il fiero popolo che si affaccia sul Mediterraneo ). Provvedendo quindi a:

I) Acquistare una serie di impianti, in funzione delle caratteristiche di produttività e delle città identificate come soggetti di destinazione, da un qualificato produttore italiano, già fornitore per progetti simili delle UN e di NGO, per la demolizione e la produzione in loco di materiale per la ricostruzione. Tenendo conto che la produzione di tali impianti necessita di un tempo di circa 6-8 settimane ed in funzione del numero degli stessi è opportuno definire il Progetto in tempi molto rapidi.
II) Predisporne il corretto stivaggio in containers, previa apposizione sui macchinari e sui container stessi di logo delle parti attive nel progetto ( enti pubblici, agenzie, aziende, privati, NGO incluse ), avendoli così pronti per quando le condizioni sul territorio ne permetteranno l’utilizzo.
III) Coinvolgere le due/tre NGO italiane operative in Libia al momento ( CESVI, Actionaid etc ) per quanto alla realizzazione di un progetto Cash for Work.
IV) Coinvolgere, per quanto al cofinanziamento insieme al Governo Italiano, le più importanti Aziende Italiane con interessi in Libia ed alcune Associazioni Imprenditoriali e, per quanto al gradimento ed alla collaborazione, il Governo Libico.
V) Realizzare un video professionale dell’intera operazione da utilizzare per la Promozione dell’iniziativa.

Soluzioni operative indicate
La KOMPLET Spa produce sia impianti fissi che mobili che permettono, dopo una prima fase di selezione dei materiali, la frantumazione delle macerie e la produzione di differenti granulometrie di materiale da utilizzare per le più diverse esigenze in campo edilizio: dal materiale necessario al sottofondo stradale fino alle ghiaie più sottili per la produzione di malta cementizia. La KOMPLET Spa ha sviluppato, fra l’altro, un macchinario che ne permette l’utilizzo nella bonifica dei terreni minati.
Le soluzioni ipotizzate, dati gli scenari cittadini coinvolti, la condizione di difficile percorrenza delle maggiori arterie viarie, privilegiano l’indicazione di realizzare una serie di impianti fissi “ di quartiere “, ai quali si potrà aggiungere, per le zone più difficili da raggiungere con ruspe e camion da trasporto, qualche macchinario auto movente.

Le capacità lavorative degli impianti identificati per gli scenari cittadini noti, quindi particolarmente impegnativi, variano dalle 10 alle 100 tonnellate all’ora (ciò è funzione della pezzatura dei detriti da lavorare, minore questa è e maggiore e la velocità di frantumazione).
Per avere un’idea di massima si può assumere che un palazzo di 10 piani (a base rettangolare 45 mt x 15 mt e altezza circa 32 mt) sviluppi circa 6.000 tonnellate di macerie; una palazzina di 6 piani (a base rettangolare 23 mt x 13 mt e altezza circa 18 mt) ne sviluppi invece circa 1.800. A seconda dei materiali il margine di valutazione può oscillare di un 10-15%.
Con una capacità lavorativa media di 50 tonnellate l’ora il primo sarà compattato e trasformato in circa 15 giornate lavorative di 8 ore cadauna, la seconda in circa 4,5.
La composizione delle città oggetto di questo intervento è, come rilevabile dalle foto, proprio di questi due tipologie di costruzioni, principalmente.

Volendo fare un lavoro millimetrico occorrerebbero fotogrammetrie dall’alto delle città, ma in questa fase si può ipotizzare di stimare che l’intervento, per quanto alle indicazioni generali sopra esposte e per quanto agli obiettivi perseguiti, possa ritenersi più che efficace fornendo ad ognuna delle principali città un numero di 10 impianti, come individuati, ed un numero di 5 per quelle più piccole.
Ogni impianto fisso avrà necessità di una ventina di operatori creando così occupazione per circa 200 persone per città. Conduttori di camion, ruspe, selezionatori, addetti all’impianto, eventuale allargamento del programma potrebbe prevedere la fornitura di detti automezzi ma si ritiene più politicamente corretto ricorrere a fornitori locali per tali servizi.
Ogni impianto sarà spedito in n° 2 containers da 40 piedi hc open top che verranno poi riutilizzati in loco nell’area di lavoro.

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